19 Ott 2022

People of Milano: the story of Eva Geraldine Fontanelli

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Foto di Eva Geraldine Fontanelli
Territori
100%

Metà francese e metà italiana, esperta di stile e sostenibilità, la fondatrice di Goooders ci racconta la città che le ha rubato il cuore: Milano.

Milano è la città che si sceglie, è il giusto compromesso tra le possibilità della metropoli internazionale e il fascino del piccolo paese. Milano accoglie, è la città dove quasi nessuno è meneghino al 100% ma migliaia di persone da ogni parte del mondo chiamano ‘casa’. Milano è la Capitale della moda e del design che si mette in gioco per diventare Capitale Green d’Europa. Se tutte queste caratteristiche dovessero essere rappresentate da una sola persona, potrebbe senza dubbio essere Eva Geraldine Fontanelli.

Per metà italiana e per metà francese, ha l’accento toscano e uno dei suoi golden si chiama Milano.

E’ arrivata nella città della Madonnina a 18 anni per studiare all’Università, ha fatto il giro del mondo e poi, a quasi 40 anni, ha scelto di tornare. Quando è partita dall’Italia per gli Stati Uniti era una ragazza con la passione per la moda, oggi è Fashion Editor, eco-imprenditrice e consulente delle Nazioni Uniti per i progetti legati alla moda etica.
 

Foto di Eva Geraldine Fontanelli

 

Milano è una città che combina un orizzonte e un'aspirazione internazionale con stile e qualità della vita modernamente italiano. Cosa ti piace di più della città? 

A Milano ho trovato il perfetto bilanciamento tra una vita privata di alta qualità e una vita professionale super attiva e dinamica. Ho abitato in Perù, a New York, a Londra, ma poi ho scelto di tornare qui. A prima vista può non sembrare così, ma Milano è una città che ti accoglie, che ti da un senso di appartenenza anche se non sei nato qui. “Essere milanese” non è un fatto anagrafico, è sentirsi cittadino attivo nella città, amarla, viverla e contribuire a farla crescere e a farla più bella.

 

Economia, moda, design, perché tante eccellenze si sviluppano a Milano? 

Se qualcuno ha un’idea e la vuole esprimere, Milano è il posto giusto per farlo. E’ una città profondamente italiana perché è la punta di diamante della nostra creatività. Dalla moda al design, dall’arte all’imprenditoria, qui il nostro saper fare trova spazio per crescere. Ma siamo anche in una Capitale profondamente internazionale, aperta agli stimoli che vengono dall’esterno.

 

Qual è il tratto caratteristico che ti piace raccontare? 

L’innovazione continua, sia di pensiero che di creatività. Oggi poi non si cerca più solo il bello ma anche il buono. E’ un’energia che mi piace tantissimo. Io per esempio non mi sento mai “arrivata”, ma cerco continuamente di migliorarmi. Da anni lavoro nella sostenibilità e vedo che anche un evento iconico come la Settimana della moda sta evolvendo diventando sempre più green e aperta ai giovani.

 

Nel 2026 sarà anche la Capitale Green d’Europa?

Assolutamente si! Ne è la prova il fatto che in tanti a Milano stiamo rimodellando il nostro lavoro in questa direzione. Il cittadino del futuro sa che qualunque cosa fa qualunque cosa sceglie ha un impatto e questo impatto deve essere positivo.

Partendo da questo principio ho fondato il concept Goooders una community , un market Place , un lifestyle al quale  da qualche mese si affianca il progetto editoriale “Milano is Goood” pensato per i cittadini meneghini che vogliono essere attivi e fare parte delle soluzioni . Il progetto si esplica sui canali social , Facebook , ig e tiktok tramite i quali si accede a modelli di vita sostenibili alla portata di tutti: dagli aperitivi plastic free o con ingredienti a chilometro zero alle lezioni di yoga legate a iniziative benefiche fino alle opportunità per i padroni di cani. I milanesi vogliono vivere in maniera più sostenibile e la città ti dà le possibilità per farlo. C’è poi un piano strutturato e sistematico del Comune, dalle piste ciclabili ai progetti per aumentare le aree verdi, che va nella direzione dello sviluppo sostenibile.

 

E’ la città che plasma le persone o le persone che plasmano le città? 
 

Se il cambiamento non parte dal basso non sarà mai duraturo, è vero anche che se la città ti fornisce gli strumenti, ti aiuta a cambiare. Essere cosmopolita e ricevere tante influenze dall’esterno ha aiutato e aiuta i milanesi a prendere il meglio da tutte le culture. Ogni evento che viene organizzato in città non è visto come qualcosa di organizzato o “imposto” dalle istituzioni, ma come qualcosa che è fatto dai cittadini per i cittadini.

 

Foto di dettaglio de Il Grande Toscano

 

Le Olimpiadi e Paralimpiadi come occasione di far conoscere Milano al mondo. Quale la sfida che la città deve cogliere in vista dei Giochi? Qual è invece la più grande opportunità? 

Con i Giochi la città si aprirà a un pubblico globale e potrà mostrare non solo il suo lato “business”, ma anche il suo lato più creativo e affascinante. Se io fossi un artista oggi, Milano sarebbe il “place to be”. La sfida è arrivare al 2026 essendo ancora più inclusiva, più sostenibile, una città dove si sorride (Scopri i luoghi di Milano Cortina 2026).

 

In che modo Milano Cortina 2026 potrà giovare dell’esperienza di Expo?
 

Milano ha dimostrato di saper gestire al meglio un grande evento. Dal punto di vista dell’organizzazione strategica, della comunicazione, del marketing abbiamo accumulato un’esperienza che sarà preziosa. Se non sbaglio il motto di Expo era “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”, mi pare che il cammino segnato sia chiaro no!?

 

Esiste un “modello Milano”? 

Il “modello Milano” secondo me è essere uniti nella diversità, comporre le diverse individualità per guardare insieme a un obiettivo comune, fare la Milano che vorremmo , che e’ anche il motto dei Goooders milanesi.


Quale speri che sia la legacy delle Olimpiadi e Paralimpiadi per la città? 

Storicamente siamo stati i primi a creare il “Brand Paese” e a dargli valore. Un evento come le Olimpiadi e le Paralimpiadi potranno aiutarci a rafforzare ancora di più il “Made in Italy”, il brand più riconosciuto al mondo. Milano Cortina 2026 è quello che io definirei un “Progetto Paese”. Dalla cultura allo stile, dal cibo all’hospitality, avremo l’opportunità di fare un lavoro circolare sull’italianità e mostrarne il valore. Nuovi posti di lavoro, nuove infrastrutture, una mobilità più sostenibile: mi immagino che dopo Milano Cortina 2026 ci sarà un nuovo standard per lo sport e per l’organizzazione dei grandi eventi.

 

Dove porteresti una giovane donna che nel 2026 arriverà per la prima volta a Milano?

La porterei sulle guglie del Duomo a vedere la città dall’alto , con le montagne in lontananza e il sole che tramonta. Milano e’ una città che può apparentemente sembrare disconnessa ma che ha tante piccole realtà che lavorano all’unisono , e questa e’ la sua forza.

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